4 Maggio 2016

Rapporto Insulina – Carboidrati

CALCOLO CHO: COME POSSIAMO SFRUTTARE QUESTA INFORMAZIONE

Con la gentile consulenza del dott. G. Allocchis (ex Primario Diabetologia di Novara)

 

Iniziamo a conoscere assieme alcune regole che ci aiuteranno nella gestione del diabete. Dopo avere imparato a calcolare i carboidrati presenti in un alimento o in una sua porzione dobbiamo imparare a usare meglio questa nozione; dobbiamo imparare la sua applicazione che ci garantirà maggiore libertà nella gestione della terapia. Impareremo due regole applicative: 1) il rapporto Insulina/carboidrati e 2) l’indice di sensibilità insulinica.

 

La prima applicazione del calcolo dei carboidrati

Il rapporto insulina/carboidrati ci indica quanta insulina abbiamo bisogno per metabolizzare i carboidrati. In realtà il numero che otterremo con la formula che di seguito impareremo ci darà quanti grammi di carboidrati saranno metabolizzati da un’unità di insulina. La formula è la seguente:

RAPPORTO INSULINA/CARBOIDRATI = 500/Unità totali di insulina che giornalmente sono somministrate (fabbisogno insulinico giornaliero)

Alcune precisazioni per capire meglio la formula:

  • il numero “500” (che deve essere considerato 400 se si usa ancora insulina Regolare come ad esempio Humulin R o Actrapid) è un numero fisso che si utilizza per gli analoghi;
  • il segno “/” significa diviso;
  • le unità totali di insulina somministrate sono date dalla somma dell’insulina analogo (o dell’insulina regolare) sia che sia somministrata come boli pre-prandiali sia che sia somministrata come eventuali boli correttivi a cui si deve aggiungere la quota di insulina intermedia (tipo Glargine, per esempio) o la somma delle unità di insulina analogo o regolare somministrate sotto forma di infusione basale (in caso di uso del microinfusore).

 

Facciamo un esempio, per capirci meglio. Un soggetto “adulto” esegue terapia insulinica con il seguente schema:

—Analogo rapido: 7 + 12 + 10 ai 3 pasti

—Insulina intermedia: 20 unità alla sera, ore 21

—7+12+10+20 = 49 unità (fabbisogno insulinico giornaliero)

—Dividiamo 500/49 = 10,20 che arrotonderemo a 10

Con 1 unità di insulina questo soggetto ”metabolizza” 10 grammi di carboidrati. Quindi se a pranzo mangerà 120 grammi di carboidrati allora andranno benissimo le sue solite 12 unità ma se mangerà una porzione contenente 200 g di carboidrati (cioè 80 grammi in più del solito) dovrà aggiungere alla solita dose di bolo ancora 8 unità.

 

Questa prima regola viene chiamata anche “regola del 500” e il numero ottenuto dovrà essere memorizzato e non modificato sino a che la dose totale giornaliera di insulina iniettata

sarà sempre la medesima.

 

Non vorrei “complicarvi la vita” ma una stima simile può essere ottenuta con il calcolo della seguente formula:

6,17 x Kg di peso corporeo/Unità totali di insulina che giornalmente sono somministrate

(fabbisogno insulinico giornaliero)

 

Facciamo riferimento ancora al soggetto dell’esempio precedente e ipotizziamo che pesi 70 Kg, avremmo:

6,17×70/49 = 8,81 che arrotonderemo a 9. In questo caso il calcolo ci dirà che 1 unità di analogo rapido metabolizza 9 grammi di carboidrati.

Come si può vedere il valore ottenuto è simile a quanto ricavato con la “regola del 500”. Personalmente preferisco la regola del 500 perché più facilmente memorizzabile.

La seconda applicazione del calcolo dei CHO

Il calcolo dell’Indice di Sensibilità Insulinica rappresenta la seconda applicazione del calcolo dei CHO che ci consente di avere maggiore libertà di gestione della terapia insulinica. Di che cosa si tratta e a cosa serve? Serve a sapere indicativamente quanti milligrammi (mg) di glicemia vengono “abbassati” da 1 unità di analogo. Per esempio ci serve per sapere quante unità di insulina si devono somministrare per passare, da un valore di glicemia ad un altro valore di glicemia, inferiore.

 

La formula è la seguente:

1800 (o 1500)/ Unità totali di insulina che giornalmente sono somministrate

(fabbisogno insulinico giornaliero)

 

Anche qui valgono alcune precisazioni:

  • “1800” e “1500” sono numeri fissi: il numero “1800” (che deve essere considerato “1500” se si usa ancora insulina Regolare come ad esempio Humulin R o Actrapid) è un numero fisso che si utilizza per gli analoghi;
  • il segno “/” significa diviso;
  • le unità totali di insulina somministrate sono date dalla somma dell’insulina analogo (o regolare) sia che sia somministrata come boli pre-prandiali sia che sia somministrata come eventuali boli correttivi a cui si deve aggiungere la quota di insulina intermedia (tipo Glargine, per esempio) o la somma delle unità di insulina analogo o regolare somministrate sotto forma di infusione basale (in caso di uso del microinfusore).

 

Facciamo un altro esempio: un soggetto “adulto” esegue terapia insulinica con il seguente schema:

—Analogo rapido: 7 + 12 + 10 ai 3 pasti

—Insulina intermedia: 20 unità alla sera, ore 21

—7+12+10+20= 49 unità (fabbisogno insulinico giornaliero)

—Dividiamo 1800/49 = 36,73 che arrotonderemo a 37.

Con 1 unità di insulina questo soggetto ”abbassa” la sua glicemia di 37 mg/dL. E, sempre per esempio, se questo soggetto volesse abbassare la sua glicemia di 70 mg/dL praticamente dovrebbe eseguire un supplemento di dosaggio di 2 unità di analogo rapido.

 

Non vorrei “complicarvi la vita” una seconda volta ma una stima simile può essere ottenuta con il calcolo della seguente formula:

0,5 x Kg di peso corporeo = mg/dL “abbassati” da 1 unità

Se facciamo riferimento al soggetto dell’esempio, e ipotizziamo che pesi 70 Kg, avremmo: 0,5×70 = 35. Anche In questo caso il calcolo ci dirà che 1 unità di analogo rapido “abbassa” la glicemia di 35 mg/dL.

Come si può vedere il valore ottenuto è identico a quanto ottenuto con la “regola del 1800”.

Personalmente preferisco la regola “del 1800”.

 

Come per tutte le regole che hanno come fondamento un calcolo, il mio consiglio è di applicare le stesse con cautela e “in sicurezza”. Ora cercherò di fare alcuni esempi “applicativi” delle regole appena imparate partendo sempre dall’ipotetico soggetto sopra descritto a scopo di esempio

  • Glicemia pre-prandiale misurata (reale) = 300 mg/dL
  • Glicemia pre-prandiale desiderata (stabilita come obiettivo) = 140 mg/dL
  • Differenza tra reale e desiderata: 160 mg/dL (la glicemia misurata è 160 mg/dL, maggiore rispetto a quanto dovrebbe essere)
  • Quante unità di insulina dovrò aggiungere al solito bolo prandiale?
  • Differenza tra reale e desiderato/indice di sensibilità insulinica
  • 160/35= 4,57 che arrotonderemo a 4 o 5 oppure eseguiremo precisamente in caso di terapia microinfusiva.

Lo stesso calcolo vale per una eventuale correzione della glicemia a digiuno.

 

Altro esempio:

  • Glicemia post-prandiale misurata (dopo 4 ore) = 300 mg/dL
  • Glicemia post-prandiale desiderata (dopo 4 ore) (stabilita come obiettivo) = 160 mg/dL
  • Differenza tra reale e desiderata: 140 mg/dL (la glicemia misurata è 140 mg/dL maggiore rispetto a quanto dovrebbe essere)
  • Quante unità di insulina dovrò fare come bolo supplettivo?
  • Differenza tra reale e desiderata/indice di sensibilità insulinica
  • 140/35 = 4 unità

In questo esempio ho specificato che ci troviamo a 4 ore dal pasto poiché in queste condizioni non esiste più alcuna attività insulinica residua derivante dal bolo fatto 4 ore prima. Cerco di spiegarmi meglio: se dopo 1 ora dal pasto ci troviamo di fronte a un’iperglicemia non desiderata possiamo “correggerla” ma dobbiamo considerare che abbiamo ancora attive parecchie unità di quelle iniettate un’ora prima (in occasione del bolo eseguito prima del pasto). Queste unità sono considerabili come: attività insulinica residua. A questo punto si deve solamente conoscere un’altra regola:

 

l’attività (o se vogliamo l’azione) di una dose di insulina analogo rapido

si “riduce di ¼ ogni ora successiva all’iniezione per cui dopo un’ora avremo attivi ancora i ¾ della dose, dopo 2 ore ½ e dopo 3 ore ¼ della dose somministrata.

Per tale motivo il bolo “correttivo dovrà considerare l’attività insulinica residua.

 

 

 

COUNTING DEI CHO

 

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