24 Febbraio 2016

Iperglicemia da stress fisico.

Come ben sappiamo l’attività fisica, per noi, è a tutti gli effetti una terapia. Ma, come tutte le terapie, deve essere somministrata e gestita nella maniera più appropriata. Ultimamente ho ricevuto molte domande relative a iperglicemia durante o al termine dell’attività fisica. Purtroppo tra l’incredulità o la sorpresa di chi in quel momento gestiva la seduta. Ovviamente non possiamo entrare nello specifico, ogni caso è un caso a sé, ma anche i casi specifici rientrano comunque in un quadro generale che va rispettato. Per cui, come già scritto in post precedenti, vediamo le regole generali da rispettare:

1 Determinazione della frequenza cardiaca allenante. Attraverso test diretti specifici,(test Conconi o simili) oppure indirettamente con la formula Astrand/Karvonen (vedi circuit training un esempio pratico)

2 Riscaldamento generale lento e progressivo, in maniera da portare la F/C al 65% della soglia anaerobica prima di iniziare l’allenamento vero e proprio.

3 Durante l’allenamento alzare la F/C, a seconda degli obbiettivi, a step regolari e stabilizzarla prima di passare allo step successivo.

4 Fino a quando non conoscete bene le votre reazioni fisiche, evitate di superare il 90% della F/C di soglia, e comunque non arrivateci in maniera violenta e veloce, ma gradualmente.

5 Per l’attività agonistica o para-agonistica(sfide domenicali con gli amici) vedere post Diabete e sport agonistico

6 Defaticamento graduale e prolungato, fino a portare la F/C

al 55/60% e mantenerla per almeno 15′ minuti.

Questo per quanto riguarda l’approccio fisico. Per quanto riguarda le cause di questa iperglicemia sono sia fisiche che psicologiche. Ma entrambe causano la secrezione di ormoni quali cortisolo e catecolamine che aumentano la F/C, e allo stesso tempo contribuiscono in maniera determinante all’iperglicemia stimolando la messa in circolo, da parte del fegato, di glucosio, indipendentemente dai valori anche normali del momento.

Quindi, riassumendo: all’allenamento vero e proprio bisogna arrivare in maniera graduale. Gli sforzi violenti e ripetuti devono essere evitati, per non stimolare la risposta difensiva del nostro corpo: gli ormoni. Da ultimo ma non meno importante l’acido lattico. Allenamenti troppo veloci o intensi creano una forte acidità locale, che se non smaltita può creare le condizioni ideali per la Cheto-Acidosi. Un altro problema da evitare assolutamente.

Il tempo e lo spazio non sono mai gli stessi, un tramonto non va solo guardato.

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