5 Marzo 2016

Una gran fondo… Da Sogno! Aggiornamento

 

 

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Vista lago da Coiromonte

 

La nostra gran fondo si avvicina, e la data definitiva dovrebbe essere il 23 0 il 24 di aprile. Il percorso è oramai stabilito e, tranne la parte iniziale e quella finale che saranno a sorpresa, lo potete trovare nel post. Intanto potete gustarvi alcune foto del percorso che pedaleremo insieme poco sotto.

A presto… Buon allenamento!

Ma la vecchiezza è una Roma
senza burle e senza ciance,
che non prove esige dall’attore,
ma una completa autentica rovina.

  1. Pasternak

A prologo di “Un Altro Amleto Di Meno” Carmelo Bene usufruisce della parte finale di una poesia per scopi introduttivi diversi, ma, per noi, può essere utilizzata come spunto introspettivo di riflessione. In questo caso noi siamo “Roma” e la “Vecchiezza, fisica, ma soprattutto spirituale, è ciò che ci sospinge ad “una completa autentica rovina”. Nulla si può per impedire il naturale invecchiamento, ma molto possiamo fare per rallentarlo, sempre che lo vogliamo ovviamente. Come abbiamo potuto constatare in post precedenti, oppure nella svariata bibliografia scientifica specifica su: attività fisica, sport e diabete, non abbiamo che l’imbarazzo della scelta. Ma tutto parte dalla motivazione, ed anche la forma fisica ne è una diretta conseguenza. È proprio contro questa “vecchiezza” spirituale che dobbiamo lottare! Con questo termine omnicomprensivo vogliamo indicare tutti quei freni psicologici, e di conseguenza psicofisici, che ci fanno adagiare nella nostra condizione. “Cavilla sui tuoi limiti ed essi saranno i tuoi!”

La vecchiezza di cui stiamo parlando non è dunque un’età, ma semplicemente un atteggiamento mentale, e di conseguenza fisico, che ci fa pensare e credere di non potere avere un futuro diverso dalla vita che abbiamo condotto fin qui. O per meglio dire: subìto fino ad ora. “Ribalta il tuo passato e vedrai il tuo futuro.” Per dirlo con Walter Benjamin, attraverso la splendida ed inquietante figura dell’Angelus Novus, raffigurato nell’acquarello di Paul Klee:   Alla redenzione umano/sociale si deve essere spinti, invece, dalla visione del passato, fatto di ” rovine su rovine ” e così orrendo da esercitare in chi sa voltarsi a guardarlo una spinta irresistibile verso un futuro diverso. Con questo, mutatis mutandis, vogliamo ribadire con forza che le decisioni passate sono quelle che ci hanno condotto a questo futuro.( Naturalmente il diabete di tipo 1 non è certo colpa nostra, ma lo è la vecchiezza che ci fa cavillare sulla nostra sfortuna. Mentre sul tipo 2 ci sarebbe molto da discutere.) E quindi se: Nell’oggi cammina già il domani (Samuel Taylor Coleridge), Le rovine di cui parla Benjamin, per noi tutti i problemi e i disagi causati dalla malattia, devono essere il vento che sospinge le ali dell’angelo verso un futuro diverso. La consapevolezza dei problemi saranno i gradini su cui balzare, passando di slancio da uno all’altro, verso il sogno di una vita migliore. Ecco un’altra parola omnicomprensiva: sogno. Se non ci limitiamo a quell’attività che si svolge durante il sonno, in queste due sillabe sta il segreto della qualità della nostra vita. Concetto sul quale non smetterò mai di insistere. Con questa parola possiamo definire un mondo in evoluzione continua. Per dirlo con Ernst Block: una ontologia del non essere ancora, in cui la ragione non può fiorire senza speranza e la speranza non può parlare senza la ragione. La vecchiezza rappresenta perciò la rinuncia, l’attesa e la sopportazione del noto, lo sguardo volto al passato senza nulla che ti sospinga verso un nuovo futuro. La speranza non va interpetrata come qualche cosa di statico, l’attesa di un evento salvifico, ma, al contrario, come un che di dinamico. Un’affermazione di sé attraverso il desiderio, la volontà di cambiare modi e atteggiamenti, la dialettica del fare: sognando un diverso futuro e nello stesso tempo pianificandolo attraverso la ragione. In altre parole: Il futuro entra in noi, per trasformarsi in noi, molto prima di essere accaduto.
(Rainer Marie Rilke) Quindi cominciamo a programmare il futuro che vogliamo. E visto che non possiamo decidere di non essere nati possiamo solo lottare per migliorare ciò che siamo, ed avere una qualità della vita migliore, oppure, tertium non datur, compiangerci nella nostra vecchiezza.

Qui sotto trovate la versione completa della poesia dove possiamo interpetrarne la prima parte, a nostro uso ovviamente, dato il diverso contesto.

Oh, s’io avessi allora presagito
1932
Boris Pasternak

Oh, s’io avessi allora presagito,
quando mi avventuravo nel debutto,
che le righe scritte con il sangue uccidono,
mi affluiranno alla gola e mi uccideranno.
Mi sarei nettamente rifiutato
di scherzare con siffatto intrigo.
Il principio fu così lontano,
così timido il primo interesse.
Ma la vecchiezza è una Roma
senza burle e senza ciance
che non prove esige dall’attore,
ma una completa autentica rovina.

Dopo questa premessa accompagnata da grandi ed autorevoli autori, che con le loro prose, pensieri e poesie arricchiscono la nostra vita, vediamo quale sarà il “Sogno” di Fabio. Purtroppo la gran fondo del principato è stata spostata, ma questa non vuole dire che non se ne possa costruire una ad hoc. Quello che ora andrò ad illustrarvi sarà il percorso della nostra gran fondo personale, e se qualcuno di voi vorrà accompagnarci, adeguandosi al passo di Fabio naturalmente, sarà il benvenuto.

Ecco il nostro giro panoramico del lago d’Orta.

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Noi ci fermeremo al Santuario

 

 

 

 

 

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Madonna del sasso

 

 

 

 

 

Madonna del Sasso

Il santuario

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Vista dell’isola di S.Giulio dalla madonna del sasso

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Salita di Quarna

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Ultimi tornanti

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Il monte rosa

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Agrano un tratto di respiro

 

 

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La strada sale

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Poco dopo uno strappo al 12%

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La salita in due tronconi che ci porterà a Coiromonte

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I primi tornanti Tosti!

 

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Un piccolo Stelvio. D’estate una meraviglia d’ombra.

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Legro il paese dipinto

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Una piccola sorpresa

 

Partenza: da Gozzano verso S. Maurizio d’Opaglio, piccolo paese, ma noto il tutto il mondo come la patria del rubinetto. Strada in leggera discesa con i primi scorci di lago visti dall’alto attraverso la vegetazione.

Entrati in paese la strada sale leggermente fino alle rubinetterie Giacomini, per poi scendere altrettanto gradatamente fino alla rotonda della circonvallazione di Alzo di Pella, svolteremo a sinistra e dopo 500 metri inizieremo la prima ascesa della giornata: la Madonna del Sasso. Un paio di km in rettilineo e semicurve con pendenze tra il 6 e il 7% fino al bivio dove ci cimenteremo con una serie di tornanti, altri due km circa tra l’8 e 11% del tornante finale, interamente immersi nel verde e nell’ombra che ci porteranno sul piazzale del santuario. Lo spettacolo del lago con l’isola di S. Giulio 500 metri sotto di noi sarà impagabile! Dopo una breve sosta con le foto di rito torneremo alla statale. (Strano come una salita vista dall’alto somigli ad una discesa!) Tornati ad Alzo proseguiremo direzione Omegna. Pedaleremo fino al bivio per la colma di Varallo Sesia con una pendenza al 2/3%, da lì strada in discesa fino a Cesara e da Nonio con il lago che fa bella mostra di sé sulla nostra destra. Al termine della discesa, poco prima di Omegna la seconda vera difficoltà di giornata 7 km di salita impegnativa e costante: Quarna. La salita si presenta subito con il primo tratto che ci porta a Cireggio molto impegnativo. Il tempo di prendere fiato e iniziano tutta una serie di tornanti che ci accompagneranno fino ad un lungo rettilineo di circa 1 km. In questo tratto le pendenze rasentano il 10%, da lì per i restanti 3 km e mezzo pendenze regolari attorno all8/9%, intervallate da tornanti che alla fine saranno una ventina. Anche questa salita è completamente all’ombra e offre squarci paesaggistici fenomenali. Il tempo di riprendere fiato, mangiare, bere e si ridiscende ad Omegna. Una discesa da affrontare con calma, gustandosi il panorama, scordandosi la fatica e godendo del vento della conquista effettuata sul viso e nello spirito. Dopo una quindicina di km in scioltezza, tra discesa e lungo lago, saremo pronti per la nostra salita Hors Catégorie: Borca-Armeno-Coiromonte, 10 km circa. Dal lungo lago svolta a sinistra e 2 km, o poco più, attorno al 6/7% ci porteranno ad Agrano. 1 km per rifiatare poi la strada riprende a salire fino a Pescone, lì uno strappo micidiale, corto per fortuna, ci porterà alla frazione Bassola. Superato lo strappo 1 km e mezzo circa e saremo ad Armeno. Il tempo di rinfrescarsi in piazza, effettuare controlli di rito e reintegrazioni veloci e affronteremo gli ultimi 5 km. Dalla piazza 1 km e mezzo circa di sali e scendi, con un piccolo zampellotto già impegnativo, ci porterà all’inizio dell’ascesa vera e propria. 3 km e mezzo attorno al 7% senza respiro. Tutto tornanti immersi in un bosco di faggi e castagni, fino all’oratorio di S. Giuseppe. Da lì l’ultimo tratto della salita ci presenta il conto della giornata: un rettilineo di 800 metri attorno al 10% e la chicca finale! Un bellissimo tratto nel verde di 400/500 metri con punte del 14%. Sosta panoramica con foto per immortalare l’impresa. Ma percorsi come questi faranno parte di noi per sempre, a monito nei momenti di rilassamento di quello che siamo in grado di fare nonostante tutto! Conquistare un sogno ci fa capire che dopo questo ce n’è un altro. E una vittoria dopo l’altra ci rende sempre più forti, consapevoli che comunque vada dipende tutto dal nostro atteggiamento. (Cosa ve ne pare? Avrà Fabio la testa necessaria per prepararsi in maniera adeguata? Una quindicina di km quasi completamente in discesa, tra bassi avvallamenti, ruscelli e bosco, ci riporterà a Gozzano. Tra gli alti e i bassi della glicemia, della voglia di allenarci, ecco che i sogni realizzati e quelli da realizzare si sovrappongono, si sfumano uno nell’altro fino a divenire una grande forza emotiva, il vero motore della nostra qualità della vita: la motivazione non è solo una parola, siamo noi.

Un’alba grigia, e un’altra ancora dove il sole pare dimentico del mondo, nasce e si sfuma in giorni sempre uguali. Ma il vento che accarezza dolce il bosco dei ciliegi in fiore traccia il sentiero che mi porterà al sole che rinasce.

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