17 Dicembre 2015

Circuit training la via migliore

Nella ricerca della qualità della vita, del suo mantenimento e anche per coloro che ambiscono ad un livello di performace superiore, quale ne sia la motivazione, la teoria e metodologia dell’allenamento ci fornisce la giusta risposta “Nihil sub sole novum”, niente di nuovo sotto il sole: l’allenamento in circuito.
Con o senza attrezzature specifiche, sia nella sua versione più classica che in quella più in voga oggi: il training in P.H.A, è la soluzione migliore da affiancare all’indispensabile preparazione aerobica: bici, corsa o nuoto, a seconda delle nostre predisposizioni o preferenze particolari.
Perché niente di nuovo? Semplicemente perchè queste particolari metodologie risalgono agli anni 50/60, ma, per noi, affiancate al cardiofrequenzimetro e al misuratore dell’amata glice, rappresentano il top del condizionamento. Il circuit trainig (C.T) può essere effettuato sia in palestra con attrezzi o a corpo libero, sia a casa o all’aperto a corpo libero, con piccoli pesi o con l’ottimo T.R.X. Per coloro che non siano appassionati di sport prettamente aerobici: ciclismo, corsa, nuoto, ecc… ma cultori della parte muscolare ed estetica, può esserne una valida alternativa, sempre a patto che siano rispettati dei parametri fondamentali.

Due attrezzi indispensabili: il cardiofrequenzimetro, il misuratore della glicemia.
Il primo passo: stabilire la soglia anaerobica. Per noi di enorme importanza! I nostri allenamenti, infatti, dovranno essere improntati dal massimo smaltimento dell’acido lattico. Da un punto di vista generale arriveremo ad una F/C (frequenza cardiaca) massima tra 85% e il 90% della soglia. (Ovviamente, mano a mano che il nostro fisico si adatterà, con le giuste precauzioni, arriveremo anche, in particolari condizioni, a superare per brevi periodi la soglia) In questa prima chiacchierata mi limito a delle considerazioni generali.

Il secondo passo: mantenere la glicemia costantemente sotto controllo, attraverso la dieta, in maniera da poter cominciare l’allenamento nelle condizioni migliori: tendenzialmente iniziare attorno ai 200 e non farla scendere
sotto i 120. Come dobbiamo evitare l’accumulo di lattato, nello stesso tempo, dobbiamo evitare pericolosi rimbalzi della glicemia. Verso la fine dell’allenamento penseremo già al primo reitegro degli zuccheri muscolari utilizzati.

Il circuit training consiste in un percorso composto da varie stazioni di esercizio, teoricamente quante ne vogliamo, impostate a seconda delle nostre necessità. (Abbiamo necessità di maggiore forza, di più resistenza, dobbiamo dimagrire, abbiamo degli scompensi muscolari, ecc…) Da effettuare con o senza recupero, con o senza una stazione prettamente aerobica posta tra un un circuito e l’altro. Un’attività, dunque, estremamente duttile ed adattabile alle nostre esigenze, sia di ricondizionamento, sia di performance che di compensazione posturale.

Naturalmente ognuno di noi ha delle caratteristiche proprie della malattia, quindi va da sè che a queste considerazioni generali dovranno essere vagliate quelle vostre specifiche; e quindi stabilire in accordo con il vostro medico e il preparatore di fiducia la via giusta per voi.

Anche se buia è questa notte di primavera, quale guida ci occorre, quando è il profumo delle gemme a guidarci là dove fioriscono i ciliegi?

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