21 Dicembre 2016

Da “l’angolo del Diabetico”

Costanza, motivazione e impegno: sono i principi fondamentali di Fabio Braga, diabetico da 22 anni, amante del ciclismo su strada e fondatore del blog “Pedali di zucchero”. In questa intervista ci racconta come gestisce il diabete e l’attività sportiva, rivelando che il driver di tutto è il desiderio di stare bene.

Ci racconti come hai iniziato a dedicarti con passione al ciclismo?

La passione per il ciclismo è cominciata qualche anno prima dell’esordio del diabete. Dopo aver scoperto di essere diabetico, ho iniziato a praticarlo ancora più intensamente.

Generalmente si pensa che chi ha il diabete debba limitare l’attività sportiva o, quantomeno, dedicarsi a sport “tranquilli”. Qual è la tua esperienza? Come riesci a conciliare l’impegno sportivo costante con il diabete?

Lo sport in genere fa bene, se poi viene associato ad una sana alimentazione, ancora meglio. Io mi definisco una persona normale con una “condizione diabetica” contro cui lottare tutti i giorni. Il benessere devo crearmelo da solo, ogni giorno combatto con un avversario che è dentro di me, ma non riesce a sopraffarmi, devo essere più forte: è allora che scatta in me la costanza di quando, anche se non ho voglia, “devo” fare sport per crearmi quel benessere necessario a mantenere le glicemie basse e di conseguenza un minor fabbisogno insulinico durante le 24 ore.

Quali sono le principali difficoltà che incontri nella gestione del diabete e come le affronti?

Le difficoltà sono molteplici: ogni giorno, a parità di condizione, è differente da quello appena passato. A volte, inspiegabilmente, la glicemia aumenta senza un motivo apparente: è in questi momenti che cerco di tranquillizzarmi e agire di conseguenza con una gestione che ho imparato negli anni senza demotivarmi. Certo, all’inizio non è facile per nessuno: purtroppo dobbiamo vivere assieme a “lui” per tutta la vita ed è soprattutto nei momenti di sconforto che mi faccio forza, rimanendo fedele alle buone pratiche imparate nel corso del tempo per gestire il diabete.

Hai anche creato un blog che si chiama “Pedali di zucchero”: com’è nata l’idea? Quali sono i temi principali di cui scrivi?

Pedali di zucchero è un progetto nato dalla volontà di scrivere tutto ciò poteva essere di aiuto a chi come me è diabetico e anche ciclista. Scrivo articoli, inserendo percorsi con grafici che evidenziano l’andamento glicemico durante lo sforzo, do alcune indicazioni sul diabete e racconto alcune storie di me e la mia #amataglice. La glicemia con la quale devo combattere diventa “amata glice” (#amataglice), un vezzeggiativo che cela un percorso interiore molto profondo.

Amata, non più odiata.

Amata, perché accettata.

Amata glice, perché la vita è dovuta cambiare, e io assieme a lei.

E quella vita sana che mi sono scelto, dovrebbe essere patrimonio di tutti, persone con diabete e non. La mia  #amataglice mi segue ogni giorno e, come se fosse un’altra persona dentro di me, ho imparato a volerle bene perché se sta bene lei sto bene anch’io.

Quali consigli daresti a chi ha il diabete e desidera prendere ispirazione da te, avvicinandosi al ciclismo?

Mi sento di dire a tutti coloro che non fanno attività fisica o che non tentano di aumentare anche se di poco le proprie “performance”, che non sono obbligatoriamente sportive ma possono essere solamente quelle di fare un piano di scale o 10 minuti di cammino, ecc., che decidono, in cuor loro, di rinunciare a curarsi. Il ciclismo è una delle tante attività che possono aiutare a creare benessere, non importa quale sia lo sport, l’importante è fare sport. Il mio desiderio più grande è quello di poter svolgere una vita il più normale possibile e questo dipende da quanto mi alleno e dalla mia voglia di impegnarmi. Invito tutte le persone che mi stanno leggendo, a non abbattersi e di imparare a prendersi cura di sé, anche attraverso l’attività sportiva.

Se vuoi conoscere il blog di Fabio Braga, Pedali di zucchero, clicca qui: http://www.fabiobraga.it/

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